Organization

Soprano

Elena Bertocchi

Tenor

Massimiliano Italiani

Livio Scarpellini

Baritone

Lorenzo Tedone

Conductor

Damiano Maria Carissoni

Stage director

Valerio Lopane

Circolo Musicale Mayr-Donizetti

Canta Napoli

Bergamo

Italy

Public

Concert

Approved

Bass

Instrumentalist

Pianist

Violinist

Cellist

Violist

Flutist

Clarinetist

Guitarist

Organist

Percussionist

Oboist

hornist

Bassoonist

Trumpeter

Contrabassist

Harper

Trombonist

Saxophonist

Harpsichordist

Accordionist

Bassist

Tuba Player

Recorder Player

Lutenist

Tenor Violinist

Timpani

Mandoline Player

Baroque Flutist

Baroque Oboist

Baroque Trumpetist

Violino Piccolo Player

Viola da gamba

Musette de cour Player

Viola Pomposa Player

Archlutenist

Vibraphonist

Cornettist

Viola d’amore Player

Theorbist

Composer

Librettist

Set designer

Costume designer

Choreographer

Lighting designer

Dancer

Actor

Chorus master

Video designer

Dramaturge

Translator

Sound designer

Repetiteur

Makeup artist

Executive producer

Hairstylist

Other

Stage Manager

Choir

Orchestra

Poet

Vocal coach

Teacher

Photographer

Broadcasting

Writer

Writing and performance

Chorus Director

Wig & Makeup Designer

Orchestra Operations

Illustrator

Extra

Mezzo-soprano

Singer

Countertenor

Contralto

Bass-baritone

Spoken

Child vocalist

Silent

Alto

Continuo

La città partenopea ed il canto creano un autentico binomio musicale, che
non trova, in tutta la storia della musica sia colta sia popolare, una tanto
profonda compenetrazione ed un tanto prolifico sodalizio. Questa commi-
stione dà origine ad una produzione musicale di valore irripetibile, per i
suoi esiti artistici, ed artisticamente irrinunciabile, per chiunque apprezzi la
vocalità non solo di matrice lirica. Napoli, infatti, durante tutta la sua storia,
vanta in sé una vera e propria miniera di genialità melodica che si è sempre
mantenuta costante dando frutti realmente straordinari. Questa capacità
compositiva, presente in maniera decisa fin dal duecento, inizialmente come
manifestazione popolare e non codificata, raggiunge esiti ragguardevoli nei
secoli successivi fino a diventare nel settecento il sinonimo stesso della
musica popolare di origine italiana. Già in questa prima fase essa non espri-
me più soltanto la solarità e la gioia di vivere tipica degli abitanti della città,
ma si screzia di malinconia per la presenza di tematiche amorose via via
sempre più meditate e legate da un sentimento amoroso nella maggior parte
dei casi non corrisposto. Se, infatti, l’opera buffa vanto dell’Italia musicale
del Settecento vede in questa città la sua origine e il suo polo di irraggia-
mento verso tutta l’Europa illuminista, questo tipo di composizione non di
rado supera, per facilità di invenzione e spontaneità, la stessa produzione
colta legata al grande teatro lirico. Non a caso infatti molti operisti, non
solo di formazione e di origine napoletana, si sono rivolti ad essa per dare o
colore locale ad una specifica pagina operistica o per riprodurne i canoni,
componendo mirabili arie, ariette e canzoni da eseguirsi in prestigiose occa-
sioni. I casi maggiormente esemplari sono quelli di Rossini prima e di
Donizetti poi, i quali hanno visto trionfare molti dei loro capolavori proprio
nel capoluogo campano e hanno risposto al favore del pubblico napoletano
scrivendo pagine di ispirazione partenopea. Nascono, quindi, in questa
occasione, solo per citare il caso di Donzietti, le Nuits d’éte à Pausilippe,
raccolta di mirabili canzonette di ispirazione napoletana. L’adesione fortuna-
tissima di Donizetti alla tradizione napoletana è poi dimostrata da uno dei
più celebri falsi storici: nel ’835 a Napoli dilaga la orecchiabile melodia di
Te voglio bbene assaje scritta in realtà da Raffaele Sacco e Filippo
Campanella falsamente attribuita al grande operista bergamasco.
Dalla metà dell’Ottocento la temperie romantica non poteva non lasciare i
suoi segni sulla modalità compositiva. La nuova tendenza si spinge quindi a
riallacciarsi, con più evidenza, alla tradizione malinconica e meditativa,
rispetto a quella più spontanea e spensierata, che comunque non verrà mai
cancellata.
Si deve, però, attendere la fine del secolo XIX e l’inizio del Novecento per
vedere assurgere alla grande tradizione napoletana le vette che la rendono
oggi una delle espressioni artistiche di maggior livello. Le figure di e la
festa di Piedigrotta come la vera culla della grande produzione di straordi-
nari musicisti e autentici poeti del sentimento come Salvatore di Giacomo,
Libero Bovio, Ferdinando Russo, Eduardo Di Capua, Giovanni Capurro,
Ernesto Murolo.
Il fatto che i più grandi interpreti del melodramma italiano, tra cui si citino
almeno le eccezionali voci di Enrico Caruso, Beniamino Gigli e Luciano
Pavarotti, abbiano dato tanto spazio a questa tradizione non può che essere
l’esempio più lampante della assoluta validità di questa modalità compositi-
va. Non a caso quindi il Circolo lirico, con la preziosa partecipazione del
gruppo coreografico Bergamo Danza, ha deciso proporre al suo pubblico
una serata tutta dedicata alla città di Napoli e alla sua musica con la presen-
za dei cantanti Silvio Scarpolini, Massimiliano Italiani, Lorenzo Tedone e
Elena Bertocchi, accompagnati al pianoforte del professionismo e della
puntualità stilistica del maestro Damiano Carissoni.

italiano

The Neapolitan city and singing create an authentic musical combination, which

 it does not find, in the whole history of music, both cultured and popular, one so much

 deep interpenetration and such a prolific partnership.  This commi-

 stione gives rise to a musical production of unrepeatable value, for the

 its artistic results, and artistically indispensable, for anyone who appreciates the

 vocality not only of a lyrical matrix.  Naples, in fact, throughout its history,

 it boasts within itself a veritable mine of melodic genius that it always has

 kept constant, giving truly extraordinary results.  This ability

 compositional, present in a decisive way since the thirteenth century, initially as

 popular demonstration and not codified, it reaches remarkable results in the

 following centuries until it became the synonym of the same in the eighteenth century

 popular music of Italian origin.  Already in this first phase it does not express

 me more than just the sunshine and joie de vivre typical of the inhabitants of the city,

 but it is mottled with melancholy due to the presence of amorous themes gradually

 more and more meditated and linked by a loving feeling in the most part

 of unpaid cases.  If, in fact, the comic opera is the pride of musical Italy

 of the eighteenth century sees in this city its origin and its irradiation pole

 ment towards the whole of Enlightenment Europe, this type of composition is not of

 it rarely surpasses production itself due to its ease of invention and spontaneity

 cultured linked to the great opera house.  In fact, it is no coincidence that many opera performers do not

 only of training and of Neapolitan origin, they turned to it to give or

 local color to a specific opera page or to reproduce the canons,

 composing admirable arias, arias and songs to be performed in prestigious

 sions.  The most exemplary cases are those of Rossini prima and of

 Donizetti then, who have seen many of their own masterpieces triumph

 in the Campania capital and responded to the favor of the Neapolitan public

 writing pages of Neapolitan inspiration.  They are born, therefore, in this

 occasion, just to mention the case of Donzietti, the Nuits d'éte à Pausilippe,

 collection of wonderful songs of Neapolitan inspiration.  Fortune membership-

 tissima di Donizetti to the Neapolitan tradition is then demonstrated by one of the

 most famous historical falsehoods: in '835 in Naples the catchy melody of

 I want you well assaje actually written by Raffaele Sacco and Filippo

 Campanella falsely attributed to the great Bergamo opera player.

 From the mid-nineteenth century the romantic climate could not fail to leave the

 his signs on the compositional modality.  The new trend then pushes you to

 to reconnect, with more evidence, to the melancholic and meditative tradition,

 compared to the more spontaneous and carefree one, which in any case will never come

 deleted.

 However, we must wait for the end of the nineteenth century and the beginning of the twentieth century for

 see the peaks that make it rise to the great Neapolitan tradition

 today one of the highest level artistic expressions.  The figures of and the

 Piedigrotta festival as the true cradle of the great production of extraordinary

 nari musicians and authentic poets of sentiment such as Salvatore di Giacomo,

 Libero Bovio, Ferdinando Russo, Eduardo Di Capua, Giovanni Capurro,

 Ernesto Murolo.

 The fact that the greatest interpreters of Italian melodrama, among which are mentioned

 at least the exceptional voices of Enrico Caruso, Beniamino Gigli and Luciano

 Pavarotti, have given so much space to this tradition can only be

 the most striking example of the absolute validity of this composite method

 it goes.  It is no coincidence then that the Circolo lirico, with the precious participation of

 choreographic group Bergamo Danza, has decided to propose to its audience

 an evening entirely dedicated to the city of Naples and its music with the

 za of the singers Silvio Scarpolini, Massimiliano Italiani, Lorenzo Tedone and

 Elena Bertocchi, accompanied on the piano of professionalism and

 stylistic punctuality of the master Damiano Carissoni.

English

Canta Napoli by Various, Alates (2009/2009), Juhatatud Valerio Lopane,, Dirigent Damiano Maria Carissoni

Etenduse krediiti (Näitlejad ja meeskond )

Osades

Programm, teave ja kokkuvõte

Lisalugemist

Esinemiskuupäevad ja -kohad

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