Reseñas de producciones pasadas
23Ben assortito il cast anche nelle parti di contorno, con l’ottimo zio Bonzo di Luciano Leoni...
Bravi tutti, insomma, ma straordinaria Federica Vitali. ‘Un bel dì vedremo’ è delicato e intenso, invita alla speranza e lascia tutti con il medesimo sogno della Butterfly.
Un evento che ha emozionato il pubblico, di fronte alla bellezza interpretativa e alle straordinarie capacità vocali a cui abbiamo assistito ed emotivamente partecipato nel ruolo di Butterfly, da parte del soprano Federica Vitali che ha intrepretato Cio-Cio-San… Federica Vitali è entrata nel ruolo in maniera profonda, emotivamente e con una vocalità appassionata.
Levent Bakirci, riveste i panni di Frank, il direttore del carcere, canta e recita con professionale proprietà. La figura distinta e il fisico asciutto rendono credibile l’attrazione che esercita su Adele.
Ottimo il Frank di Levent Bakirci che ci offre attimi di pura istrionicità attoriale uniti ad un canto sempre ben a fuoco e di sublime fattura.
A run of A Midsummer Night's Dream has just concluded in Genoa at Teatro Carlo Felice. A stunningly beautiful production with sets by Gary McCann, and evocative lighting by John Bishop, which created everchanging spaces for the singers. A theatre within the theatre is defined by a coloured ‘proscenium' that subtly shifts colour and intensity. It is raised, which also niftily solves the problem of the court watching the mechanicals' play yet not blocking the view of the paying punters in the stalls. Below the raised stage is a grassy bank where lovers sleep, and magic potion is applied (by an Italian Puck, the only cast member who was not a native English speaker). In the raised theatre only the trunks of trees are seen, trees so enormous that their unseen upper branches reach well beyond the roof of the opera house. The trunks spread out or group together in copses, with projections at the back of the stage – sometimes naturalistic, sometimes creating a dreamscape – producing astonishing depth. Bishop's meticulously shaped lighting makes the space both threatening and joyful.
Oggi è stata una giornata indimenticabile per seicento coppie genovesi che si sono unite in matrimonio nel secondo semestre del 1971 e nel primo del 1972. L'amministrazione comunale ha dedicato loro le celebrazioni di “50 Anni Insieme”, un evento diventato parte delle tradizioni della città, molto sentito ed atteso da tutti gli sposi che hanno tagliato il traguardo delle nozze d’oro. Il coinvolgente festeggiamento collettivo è iniziato con un doppio appuntamento nella cattedrale di San Lorenzo e nella basilica di San Siro, dove l’arcivescovo Marco Tasca e monsignor Marco Doldi hanno celebrato la santa messa, ed è poi proseguito nel teatro Carlo Felice con l’accoglienza del sindaco Marco Bucci, dell’assessore ai servizi civici Marta Brusoni e del sovrintendente dell'ente lirico Claudio Orazi. «Oggi rendiamo merito a seicento coppie che hanno dimostrato un'incredibile capacità di essere una famiglia, di amare, di comprendere, di tollerare e di condividere - ha affermato il sindaco Marco Bucci -. Una coppia che ha raggiunto i cinquant’anni di matrimonio ha fatto tanto per la nostra città: è giusto che l'amministrazione lo riconosca. Un contributo che deve essere valorizzato e che deve essere un esempio per i nostri giovani e per le future generazioni. Siamo orgogliosi di questo grande traguardo». «È bellissimo aver riunito tantissime coppie felici che raccontano la vita di Genova e che rappresentano un po’ la storia di tutti - ha aggiunto l’assessore ai servizi civici Marta Brusoni -. Siamo molto felici di poterli festeggiare con tanta ammirazione e stima». La cerimonia, arricchita dall’esibizione del soprano Ksenia Bomarsi e del baritono Marco Camastra accompagnati al pianoforte da Sirio Restani, si è conclusa con un grande brindisi nel foyer organizzato con i ragazzi dell’istituto Firpo Buonarroti e la collaborazione del Caffè del Teatro. Sponsor di “50 Anni Insieme” sono stati: Livia Iannoni il Fiore è Amore, Conad, Panarello, Cin Cin, Jolly foto e Squillari.
1830 was a formidable year, when in the space of a few months Duke Pompeo Litta was able to secure for "his" Teatro Carcano in Milan the two new rising stars of Italian melodrama: Vincenzo Bellini and Gaetano Donizetti. Anna Bolena from Bergamo was commissioned (partially composed in Blevio, on Lake Como), which will see the scenes on December 26, while La sonnambula from Catania(partially composed in Moltrasio, opposite Blevio) which will debut on March 6 of the following year. Two masterpieces entrusted to the pen of the same librettist, Felice Romani, and to the same two legendary vocal interpreters Giuditta Pasta and Giovanni Battista Rubini. Inevitably, therefore, if you want to attempt to recreate at least part of the charm of those mythical performances, it is essential to be able to count on two singers of extremely solid technical caliber, two virtuosos of proto-Romantic vocality. Not being able to have such voices available, the recovery of the magnificent scores by Bellini and Donizetti would hardly appear possible. It is no coincidence that the tenor role of Percy in Anne Boleynit had to wait for tenors such as Gregory Kunde, Rockwell Blake and Chris Merritt to come before its immense possibilities could be appreciated. The fundamental La Scala revival of Donizetti's masterpiece in 1957 by Gianandrea Gavazzeni and Luchino Visconti went down in history for the astonishing performances of Maria Callas and Giulietta Simionato, certainly not for the dignified execution of Gianni Raimondi in Percy, role, in those performances, abundantly cut and shortened by the helpful conductor.
A tessere le fila della trama il Prosdocimo di Nicola Zambon, un poeta stralunato e un po’ pazzo. Una presenza scenica sempre ironica e divertente che con abilità regge le fila dei giochi metateatrali. Anche la voce del baritono risulta piacevole e ben emessa...
Speciale protagonista Nicola Zambon, onnipresente “regista” e direttore al contempo, il già ricordato Prosdocimo, centrale nel progetto registico appunto per saperne esaltare la funzione metateatrale.
Ben riuscita la Zozo di Federica Sardella, della quale si ammira, oltre alla spigliata presenza scenica, la indubbia facilità nella salita verso la regione alta del pentagramma.
Elegante e graziosa - anche se più marcatamente oca dell'interprete del giorno precedente - la Valencienne di Luisa Kurtz che sa gestire bene il fiato e con eleganza vocale interpreta in modo piacevole il simpatico personaggio.
Davide Tuscano quale Nemorino ha mostrato un timbro dal colore interessante e ricco di sfumature ed un’attenzione al ruolo sempre costante e misurata; è difficile trovare in scena un felice ed uguale equilibrio tra i due aspetti (ingenuità e sensibilità) che rendono il personaggio quasi un esempio di eroe romantico ante litteram, a cui il giovane artista non ha fatto mancare un’espressività, vocale e scenica, sempre concentrata ed empatica.
È evidente che la forza di questa produzione risieda nelle doti, sceniche e vocali, della protagonista, un’Angela Nisi in stato di grazia: il soprano brindisino, infatti, fornisce una pregevolissima prestazione vocale, supportata da tecnica sicura, che le conferisce pari disinvoltura nel settore centrale come in quello acuto, agilità ben sgranate, picchiettati ammirevoli, sovracuti sicuri; anche il fraseggio viene gestito attentamente, sfumando in pianissimi e messe di voci tanto quanto calcando i momenti più drammatici del terzo atto (accorato in particolar modo l’“Addio del passato”). Dal punto di vista teatrale Violetta si spende totalmente in scena, regalando un’interpretazione credibile anche quando potrebbe esserlo meno (castigata in un tailleur pantalone nel secondo atto, o a scena praticamente vuota nel terzo), senza mai eccedere nel macchiettistico, pur ricercando sempre la massima espressività.
E tutto questo il bravo Maestro De Carlo ce lo dimostra e fa rivivere con la sua direzione a capo dell’Ensemble della sempre preparata Orchestra del Teatro Carlo Felice, che risponde al suo gesto perentorio ma delicato e allo stesso tempo gioioso così da dare risalto ai colori della partitura.
