Organization

Conductor

Enrico Saverio Pagano

Stage director

Serena Nardi

Set designer

Maria Paola Di Francesco

Costume designer

Singer

Baritone

Giovanni Luca Failla

Don Giovanni

Soprano

Sabrina Cortese

Donna Anna

Tenor

Massimo Frigato

Don Ottavio

Maria Eleonora Caminada

Donna Elvira

Giulia De Blasis

Zerlina

Bass

Juliusz Loranzi

Masetto

Commendatore

Giacomo Nanni

Leporello

Lighting designer

Marco Signorini

Chorus master

Monica Balabio

Orchestra

Orchestra Canova

Teatro Giorni Dispari

Others

Coro Musica et Ludus

Gallarate

Italy

Teatro Condominio Vittorio Gassman

Public

Approved

What to tell about Don Giovanni, which hasn't already been said, investigated a thousand times in as many different ways? How to approach today's public a figure that has by now become archetypal, if not almost mythological, therefore very distant, and try to bring it back to life in simply "human" terms?
Or rather "almost superhuman", in order not to be too simplistic and not deny the specific essence of the character and his story carved in stone for almost four hundred years? Perhaps, in fact, working by subtraction or better by simplification. And for a slow but progressive approach to what we, as society and humanity of today, are. It is an attempt that does not want to displace, nor add, nor take anything away from the absolute perfection of the relationship between music and narration created by Mozart and Da Ponte: I would just like to watch and listen with the eyes of the present to tell, together with the story of the dissolute punished, the story of a humanity that cyclically rediscovers itself as dissolute and punished. Of a warped and deforming contemporary society, of physical and metaphysical labyrinths in which we get lost and continually find ourselves, of mirrors in which we anxiously seek ourselves to rediscover ourselves as other than ourselves, or recognize ourselves, tragically wandering, through the point of view of those who look at us (and see us) for what we are not or would not like to be. In my opinion, if there is a perfect historical-social time to tell Don Giovanni according to the maximum potential that this work can express, it is ours.

English

Cosa raccontare di Don Giovanni, che non sia già stato detto, indagato mille volte in altrettanti modi diversi? Come avvicinare al pubblico di oggi una figura ormai divenuta archetipica, se non addirittura quasi mitologica, quindi assai lontana, e provare a farlo rivivere in termini semplicemente “umani”?
O meglio “quasi superumani”, per non essere troppo riduttivi e non negare l’essenza specifica del personaggio e la sua vicenda scolpita nella pietra da quasi quattrocento anni? Forse, appunto, lavorando per sottrazione o meglio per semplificazione. E per lento ma progressivo avvicinamento a quello che noi, in quanto società e umanità dell’oggi, siamo. E’ un tentativo che non vuole spostare, né aggiungere, né togliere nulla all’assoluta perfezione del rapporto tra musica e narrazione creato da Mozart e Da Ponte: vorrei solo guardare e ascoltare con gli occhi del presente per raccontare, insieme alla storia del dissoluto punito, la storia di un’umanità che si riscopre ciclicamente altrettanto dissoluta e punita. Di una società contemporanea deformata e deformante, di labirinti fisici e metafisici in cui ci perdiamo e ritroviamo continuamente, di specchi in cui ci cerchiamo con ansia per riscoprirci altro da noi, o riconoscerci, errando tragicamente, attraverso il punto di vista di chi ci guarda (e ci vede) per quello che non siamo o non vorremmo essere. Secondo me, se c’è un tempo storico-sociale perfetto per raccontare Don Giovanni secondo le potenzialità massime che può esprimere questa opera è proprio il nostro.

italiano

Don Giovanni by Mozart, Frá (2023/2023), Leikstýrt af Serena Nardi,, Hljómsveitarstjóri Enrico Saverio Pagano, Teatro Condominio Vittorio Gassman, Gallarate, Italy

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