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Japan National Orchestra
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Orvieto Festival della Piana del Cavaliere (2023)
16 9월 2023 (1 번의 공연)
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Japan National Orchestra by Tchaikovsky, P. I., Pärt, Shostakovich, 에서 (2023/2023), 지휘자 Ky­ohei So­ri­ta, Teatro Mancinelli, Orvieto, Italy

직장 선택Serenade for Strings in C Major, op. 48 (Serenade for Strings, op. 48), Tchaikovsky, P. I.

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Note di sala Pëtr Il’ič Čajkovskij Serenata per archi in Do maggiore op. 48 La Serenata per archi in do maggiore op. 48 fu composta nel 1880 ed eseguita per la prima volta il 30 ottobre 1881 a San Pietroburgo in occasione di un concerto della Società Musicale Russa diretto da Eduard Nápravník. La Serenata si compone di 4 movimenti. Il primo, Andante non troppo – Allegro moderato (pezzo in forma sonatina) si basa sulla forma sonata classica, con un’introduzione lenta. Il commovente incipit di 36 battute per il quale è riporta la dicitura “sempre marcatissimo”, è disseminato di accordi nelle sezioni dei violini e delle viole, che danno vita a strutture accordali imponenti. Il primo tema, di stampo maestosamente neoclassico verrà riproposto nel finale, mentre il secondo strutturato su una sequenza di semicrome, si integra in un’ottica stilistica puramente accademica. Il secondo movimento, Moderato (tempo di valzer), accoglie al suo interno uno dei più raffinati valzer scritti dal compositore, quasi un’anticipazione dell’ Allegro con grazia della sesta sinfonia, ma privo della turbata introspezione caratteristica del suo lavoro sinfonico. Nell’Elégie (larghetto elegiaco) Čajkovskij conserva quella raffinata chiarezza delle voci già sperimentata nel movimento precedente ponendola, tuttavia, in un’atmosfera più meditativa. Degno di un particolare plauso, il dialogo profondamente espressivo tra violoncelli e violini. Il larghetto si conclude con l’incipit del movimento successivo, Tema russo, a cui segue un irruente ritmo che contraddistingue tutto il brano, dal quale è possibile scorgere alcuni motivi tipici della tradizione popolare russa. In questo componimento Čajkovskij dà corpo a ciò che tutti – a quell’altezza – si aspettavano di ascoltare, dando vita ad un brano in cui, sotto un’aura di elegante semplicità, si nascondono le vicissitudini dolorose di una crisi profonda. Arvo Pärt Fratres Fratres è un’opera musicale del compositore estone Arvo Pärt, esemplificativa del suo stile compositivo tintinnabuli. È una musica in tre parti, scritta nel 1977, senza strumentazione fissa e descritta dalla critica come un “insieme ipnotico di variazioni su un tema di sei battute che combina un’attività frenetica e una sublime quiete e che incapsula l’osservazione di Pärt secondo cui l’istante e l’eternità stanno lottando dentro di noi”. Strutturalmente, Fratres si sviluppa in una serie di nove sequenze di accordi, separate da un motivo di percussione ricorrente detto “rifugio”. Le sequenze di accordi seguono uno schema e, pur esplorando un ricco spazio armonico, sono state generate attraverso una semplice formula. Il brano è guidato da tre voci principali: la voce bassa e quella alta si limitano a suonare le note della scala di re minore armonica; la voce centrale si limita, invece, alle note della triade di la minore. Gli accordi sono generati dal movimento delle tre voci: la voce bassa inizia da do#, la voce alta da mi; entrambe si muovono contemporaneamente verso l’alto o verso il basso lungo la scala minore armonica di re, con la direzione del movimento che dipende dalla posizione all’interno della sequenza. Gli accordi generati creano un’ambiguità armonica, poiché sono presenti sia il Do# che il Do, facendo percepire all’ascoltatore sia la tonalità di La maggiore che quella di La minore. L’apparente semplicità della composizione è governata da rigide regole matematiche che determinano il movimento delle voci, la lunghezza della melodia e delle frasi, l’alternanza dei tempi e molto altro ancora. Dmitrij Dmitrievič Šostakovič Concerto n. 1 in Do minore op. 35 per pianoforte, tromba ed orchestra d’archi Nei sei Concerti per strumento solista e orchestra di Šostakovič, si percepisce più che nel resto della sua opera una certa varietà stilistica: secondo il parere dei suoi più autorevoli studiosi, il compositore russo tocca risultati artistici più sublimi in campo sinfonico, teatrale e cameristico. Quando si parla della produzione musicale di Šostakovič si pensa quasi sempre alla versatilità degli espedienti tecnici ed estetici di cui si serve, ma nei due Concerti per strumento solista e orchestra la logica compositiva sembra svilupparsi secondo canoni meno uniformi e lineari, introducendo spesso citazioni e rimandi a idee di altri autori, e talvolta subordinata al virtuosismo strumentale. Con questo non si vuole negare la presenza del genio compositivo in queste opere, ma – al contrario –, sottolineare un’inconfutabile e fondata coscienza professionale. Il Concerto in do minore op. 35 per pianoforte con accompagnamento di tromba e orchestra d’archi è la più lampante riprova di quanto asserito poiché si assiste ad una chiara alternanza di sezioni estrose e mordaci e momenti manieristici e vincolati a schemi più stereotipati. La composizione fu scritta a Leningrado quando Šostakovič aveva appena ventisette anni fra il 6 marzo e il 30 aprile del 1933 e fu eseguita per la prima volta il 15 ottobre dello stesso anno alla Sala Filarmonica di Leningrado da un’orchestra locale diretta da Fritz Stiedry. Alla tromba si esibì Alfred Schumidt mentre al pianoforte Šostakovič stesso, virtuoso pianista (nel 1925 vinse il secondo premio al concorso di Varsavia), che commentò l’esecuzione dicendo: “Voglio difendere il diritto di ridere all’interno della cosiddetta musica seria… quando gli ascoltatori ridono ad un concerto con musiche sinfoniche mie non sono turbato, ma, al contrario, me ne compiaccio”. Quest’accezione giocosa e goliardica tipica della sua produzione si arricchisce al contempo di citazioni di autori diversi come ad esempio il tema iniziale della Sonata “Appassionata” di Beethoven, nel primo movimento. Il pianoforte solista sviluppa e trasfigura la melodia, restituendone un’interpretazione inedia e costellata di espedienti virtuosistici. Il secondo tema (Allegro vivace), affidato al pianoforte solista, è suddiviso in due incisi esposti dalla mano sinistra e dalla mano destra, mentre la tromba intona le armonie dei due frammenti, enfatizzandone i tratti festanti e spigliati. Successivamente il pianoforte introduce con gli archi un dialogo contrappuntato, imperniato su note ribattute, lunghi fraseggi in ottava e figurazioni ritmiche in pizzicato. Nella ripresa, il tema principale viene riesposto nella tonalità di impianto, seguito dal secondo tema fino al sopraggiungere della coda conclusiva, di dodici battute, con la quale termina il movimento di apertura. Il Lento è caratterizzato da un movimento cadenzato in 3/4. Il tema proposto dai primi violini con sordina si fonda su una linea melodica dagli effetti cromatici; il pianoforte ne accresce il fraseggio, offrendo un secondo elemento tematico intimamente affine al primo già ascoltato. La tessitura sonora si rafforza mediante lo sviluppo tematico incentrato sull’utilizzo di passaggi in ottava del pianoforte alternati nelle due mani. La ripresa del tema è affidata alla tromba con sordina che genera un’atmosfera di raffinato e intimo lirismo. Il terzo movimento (Moderato) è connesso al quarto (Allegro con brio) senza interruzione, e si configura come una fugace digressione che divide due atmosfere musicali fortemente differenti. Il Moderato si apre con un solo del pianoforte di palese ispirazione classica. I primi violini enunciano un tema ben delineato espressivamente, improvvisamente interrotto dal pianoforte che annuncia, attraverso una sezione ad arpeggi, il carattere del movimento successivo dove si impone un pronunciato andamento ritmico, quasi meccanico, peculiare dell’oggettivismo musicale degli anni Trenta. Nello sfavillante “Presto” conclusivo gli squilli della tromba attribuiscono una sfumatura parodistica al movimento, che riprende il tema tratto dall’opera incompiuta Der arme Columbus (Il povero Colombo) scritta da Šostakovič nel 1929. Japan National Orchestra Nel 2018 il pianista Kyohei Sorita raduna attorno a sé un gruppo di giovani solisti della sua generazione (MLM Double Quartet, acronimo della frase “I giovani che amano la musica” in lingua russa) con l’obiettivo di costituire un ensemble da camera di alta qualità artistica, con attività continuativa internazionalmente rilevante e gestita in regime di impresa. Nel 2019 l’ensemble si ingrandisce con l’aggiunta di strumenti a fiato e prende il nome di MLN National Orchestra. Nel corso dello stesso anno l’orchestra realizza un primo tour di concerti in Giappone registrando un numero di presenze senza precedenti per i concerti di musica da camera ed un tutto esaurito alla Suntory Hall di Tokyo (2000 posti). Nel corso dell’anno successivo l’attività si consolida con rapido sviluppo e la compagine assume il nome definitivo di Japan National Orchestra realizzando nel 2021 un consistente tour di concerti in Giappone diretti da Yutaka Sado. Nel 2022 si amplia l’attività concertistica a livello nazionale e nel mese di Novembre l’Orchestra realizza il primo tour di concerti in Germania con recite a Monaco, Berlino e Bielefeld. Nel 2023, alla ormai consolidata attività in Giappone che affianca alla produzione orchestrale anche la realizzazione di concerti cameristici, si aggiunge il primo tour di concerti in Italia con Kyohei Sorita impegnato nel doppio ruolo di solista e direttore. L’Orchestra gode del sostegno di Nexus e DMG Mori, azienda multinazionale di alta tecnologia che supporta con sostegni economici e condivisione appassionata del progetto artistico e di sviluppo dell’orchestra e della carriera di Kyohei Sorita. Japan National Orchestra si è avvalsa della collaborazione dei direttori Yutaka Sado e Gaetano D’Espinosa, dei solisti Keigo Mukawa (pianoforte) e Seiji Okamoto, (membro dell’orchestra e violino solista); registra per la propria etichetta discografica NOVA Record (https://www.novarecord.jp/release/). L’Orchestra ha sede presso la Prefettura della città di Nara che offre vari tipi di contributo e collaborazione all’attività di Japan National Orchestra. Tra i prossimi obiettivi la nascita di una Accademia stabile entro il 2030.
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