Sidera Saxophone Quartet
Gianpaolo Antongirolami sax soprano, Michele Selva sax contralto, Michele Bianchini sax tenore, Daniele Berdini sax baritono
Luigi Ceccarelli elettronica
Variegato concerto per quartetto di sax, Sul suono presenta uno spaccato della scrittura per sassofono nella musica dei nostri giorni, in bilico tra brani acustici ed elettronica. Il Sidera Saxophone Quartet, formazione affermata nel panorama della musica sperimentale d’oggi, si muoverà attraverso variegate ambientazioni stilistiche, indagando sonorità e gestualità legate al quartetto di sassofoni. In programma una prima esecuzione di Lorenzo Troiani.
LORENZO TROIANI – L’onda da vicino
Proviamo a osservare un’onda. Ci fermiamo e osserviamo. Con cura.
Di fronte a noi una superficie fluida. Una massa che si increspa, muove e oscilla. Ad un primo sguardo sembra animata da un ritmo periodico, un’oscillazione costante.
Guardando più attentamente vediamo che quella superficie è composta da molteplici onde di diverse misure e intensità. Piccole, medie, grandi. Piccolissime.
Proviamo a seguire con lo sguardo un’unica onda. La vediamo emergere dalla superficie, torcersi e scomparire dietro un’altra massa d’acqua. L’abbiamo persa.
Riproviamo. Questa si contorce, spumeggia e entra in un’altra onda.
Dopo molteplici tentativi ci accorgiamo che l’onda è animata da molteplici forze. È composta da diverse oscillazioni e, a sua volta prende parte a una pulsazione più complessa.
Più il nostro sguardo si fa attento più dettagli riusciamo a scoprire. Ora riusciamo a vedere le piccole increspature che cambiano direzione prima che l’onda spumeggi. Riusciamo a sentire il rumore della risacca con chiarezza. E l’oscillazione non appare più costante, ma incredibilmente complessa e articolata.
E la superficie ci appare animata da infinite forme di vita.
L’onda da vicino per quartetto di sassofoni cerca di mostrare la vita nascosta in ogni onda e, ispirandosi al Palomar calviniano, rendere udibile questa esperienza di avvicinamento.
Lorenzo Troiani
SALVATORE SCIARRINO – Quadrangoli d’autunno (osservazioni su una cellula sonora)
Commissionato dal Sidera Saxophone Quartet con il supporto della Ernst von Siemens Music Foundation
Dedicato al Sidera Saxophone Quartet
Quadrangoli d’autunno (scritto tra ottobre e novembre 2021) è la prima opera di Sciarrino per il quartetto di saxofoni. È un brano coinvolgente che si sviluppa in un contrappunto poliedrico ed instabile. L’ambiguità del ruolo delle quattro voci ci allontana dalla concezione classica del quartetto: qui non ci sono solisti, il protagonista è il dialogo tra le parti che si snoda in un discorso segnato da un’ossessività circolare e a tratti vertiginosa. Le voci si rincorrono, si sovrappongono, talvolta solistiche, talvolta in duetto: non ci sono un vero antecedente e il suo conseguente, la linea del tempo viene percorsa anche a ritroso. La melodia diventa timbro e i colori cangianti del suono riecheggiano nella nostra memoria, nello scorrere della partitura, nel procedere del tempo.
Sidera Saxophone Quartet
FABRIZIO DE ROSSI RE – Allegro Nero (1985)
Allegro Nero per quartetto di sax, è stato scritto nel 1985, ed eseguito la prima volta in occasione della premiazione del Primo Concorso Internazionale Franco Evangelisti del 1986, dal Nuovo Quartetto Sax di Roma.
La struttura del pezzo allude a certi stilemi ritmici ossessivi, ma anche a violente “lacerazioni” timbriche, che sono tipiche dell’uso dello strumento in ambito jazzistico. Infatti la natura sonora più evidente dei quattro sassofoni tende a ricreare, attraverso però una rigorosa scrittura tradizionale, l’idea di una prassi improvvisativa facendo uso di precipitate figurazioni ritmiche spezzate e velocissime.
Il poeta Roberto Gigliucci ha scritto nel 1991
Versi per Allegro Nero di Fabrizio de Rossi Re:
La tigre chiara di sole bianco
davanti all’oceano balza invano
sugli opachi gabbiani sciocchi
e tra le rovine della villa romana
avida di dolore sta meditando
nel calidario della nobiltà
Fabrizio de Rossi Re
LUIGI CECCARELLI – Neuromante x 4 (1993, rev. 2021)
«Cyberspazio: un'allucinazione vissuta consensualmente ogni giorno [...] Una rappresentazione di dati ricavati dai banchi di ogni computer del sistema umano.
Impensabile complessità. Linee di luce allineate nel non—spazio della mente,
ammassi e costellazioni di dati. Come le luci di una città, che si allontanano»
W. Gibson, Neuromancer
Il titolo prende spunto dal primo romanzo cyberpunk di William Gibson. Gli universi cyberpunk degli anni ’60 sono stati la prima rappresentazione della profonda simbiosi tra vita reale e vita virtuale e i personaggi che popolano questi mondi si muovono con disinvoltura tra questi due stati vivendo costantemente in una realtà ibrida. Anche questo pezzo è composto sovrapponendo e fondendo il suono reale degli strumenti meccanici con il suono artificiale ricreato digitalmente. I due universi sono compresenti e si fondono sovrapponendosi continuamente. Da una parte i quattro saxofonisti che suonano i loro strumenti meccanici, dall’altra linee melodiche e timbriche che sono state create partendo da singoli suoni campionati e ordinati in sequenza tramite computer. Le linee sonore artificiali sono solo apparentemente strumentali, in realtà sono ineseguibili da strumenti reali. L’insieme dei quattro esecutori e della parte elettronica forma un unico denso agglomerato elettromeccanico ibrido e indistinguibile, un’immagine di quel mondo sonoro denso e complesso che solo oggi è possibile creare. In questo brano convivono al massimo livello tecnico ed espressivo sia la componente virtuosistica dell’esecutore che quella (altrettanto virtuosistica) dell’editing digitale, dando luogo a una alta tensione performativa, impossibile da raggiungere sia da una esecuzione strumentale pura che da una esecuzione puramente digitale. Neuromante x 4 è un’elaborazione di una precedente versione dal titolo Neuromante per sax contralto e campioni preregistrati di sax
Luigi Ceccarelli
CARMINE EMANUELE CELLA – Improvviso Statico III (2022)
Commissionato dal Sidera Saxophone Quarte
Dedicato a Gianpaolo Antongirolami
La musica elettronica è stata spesso progettata utilizzando un paradigma di ascolto globale: è stata diffusa utilizzando altoparlanti posizionati intorno al pubblico, con gli artisti sul palco. In un tale contesto, i suoni elettronici sono percepiti come un fenomeno acustico globale, distaccato da fenomeni locali come gli artisti sul palco. Ciò genera negli ascoltatori un'esperienza schizofonica in cui i suoni non hanno una fonte corrispondente.
Il brano qui presentato crea nuovi paradigmi per l'ascolto, in cui le proprietà immersive globali vengono rispettate ma allo stesso tempo viene preservata la localizzazione della fonte. Questo è possibile attraverso la progettazione di strumenti aumentati disposti nello spazio: l'elettronica viene creata all'interno di percussioni fisiche (usandole come altoparlanti) che vengono posizionate intorno al pubblico. Questo viene realizzato, tecnicamente, utilizzando dispositivi speciali che vibrano su frequenze specifiche e trasmettono queste vibrazioni alle parti risonanti degli strumenti, dopo averle elaborate con algoritmi specifici.
Ogni musicista del quartetto di saxofoni ha una percussione aumentata associata: un sensore specifico è collegato al sassofono ed è collegato a un processore digitale.
Questo, a sua volta, produce suoni che vengono riprodotti all'interno delle percussioni per mezzo di un attuatore. In altre parole, il quartetto di sassofoni ha un quartetto di percussioni fantasma associato che viene suonato dall’elettronica.
Carmine Emanuele Cella
In collaborazione con Azienda Speciale Palaexpo - Il Mattatoio di Roma