“il Taddeo di Ramiro Maturana, che ha voce importante e mostra una tecnica appropriata per gestirla con sicurezza. Il gusto riesce ad essere più sorvegliato, per non debordare totalmente sotto i colpi della regia”.
La reverenza di Mrs Quickly in questo caso andrebbe fatta di fronte all’intelligente e suggestivo spettacolo di Roberto Catalano, giovane e promettente regista, il quale è riuscito a coinvolgere il teatro in un Falstaff dal sapore tutto novecentesco, un sogno ovattato dai colori pastello ma in odore di psichiatria.L’ipotetica Windosor di shakespeariana origine, immaginata dallo scenografo Emanuele Sinisi e “vestita” da Ilaria Ariemme, non è né una noiosa cartolina illustrata né l’elegante campagna di oggi ormai nota solo come sfondo di nozze reali. Non importa se in scena si veda il Pub della Giarrettiera in cui sgherri, ubriaconi e fumatori giocano a biliardo oppure un elegante salotto borghese colora rosa o ancora un campo da tennis in cui Ford e i suoi amici si dilettano ma senza sporcarsi troppo i completini inamidati, tanto è comunque una “casa di pazzi” dove l’azione della commedia però, grazie al regista, si svolge in modo chiaro, moderno, divertente e senza mai strafare quindi diventa puro teatro.