Son Alfredo, le Mexicain Mario Rojas, met lui aussi quelque temps à trouver ses marques, mais il finit par révéler un joli ténor agréablement timbré, relativement à l’aise dans les hauteurs de la voix, et il se tire avec honneur d’une tessiture généralement éprouvante pour les ténors de sa catégorie vocale.
L’Alfredo Germont de Mario Rojas est plus classique sans être banal. Le rôle est moins évolutif mais on croit à sa timidité adolescente, à la sincérité de sa passion amoureuse, on compatit à son désespoir au dernier acte. Le timbre est impeccablement solaire, assez monochrome, la diction d’une clarté remarquable, l’aigu solide et puissant mais les capacités d’allègement lui sont moins naturelles.
Anche la direzione del maestro José Luis Gomez, altro punto di forza dello spettacolo, regala, alla testa dell’Orchestra Filarmonica Italiana, una concertazione attentissima al palcoscenico, equilibrata e fluida nel difficile secondo quadro, dove tiene sotto controllo il Coro As.Li.Co, il Coro delle voci bianche del Teatro Sociale di Como, la Banda Filarmonica di Oleggio e tutti i solisti con grande bravura, ma sa anche trovare le tinte espressive giuste per ogni scena, dando sfogo alla melodia animandola di sentimento senza per questo mai compiacersene, con stringente concretezza teatrale.
Son Alfredo, le Mexicain Mario Rojas, met lui aussi quelque temps à trouver ses marques, mais il finit par révéler un joli ténor agréablement timbré, relativement à l’aise dans les hauteurs de la voix, et il se tire avec honneur d’une tessiture généralement éprouvante pour les ténors de sa catégorie vocale.
L’Alfredo Germont de Mario Rojas est plus classique sans être banal. Le rôle est moins évolutif mais on croit à sa timidité adolescente, à la sincérité de sa passion amoureuse, on compatit à son désespoir au dernier acte. Le timbre est impeccablement solaire, assez monochrome, la diction d’une clarté remarquable, l’aigu solide et puissant mais les capacités d’allègement lui sont moins naturelles.
Il vigore vocale di Mario Rojas ha consegnato un Rodolfo sicuro nel registro acuto e appassionato specialmente nella seconda parte della serata.
Al suo fianco c’è il giovane tenore messicano Mario Rojas che si rivela invece un assai piacevole giovane Rodolfo, sviluppa bene gli acuti e i legati, buona la dizione italiana che alla fine dell’opera sarà confermata dalle grida disperate ben declamate, per lui sono i primi applausi calorosi dopo la sua “Che gelida manina”.
Il regista Paolo Vettori ha infatti utilizzato le scene disegnate dal grande Nicola Benois - mago del fondale dipinto e maestro della prospettiva e dell'illusione scenografica, attivo alla Scala dal 1925 al 1970 - per uno spettacolo che vide la luce settant'anni or sono. L'impianto di Benois è stato "attualizzato" divenendo l'ambientazione di un museo delle cere, nel quale i personaggi di Traviata via via si animano grazie alla grande musica di Verdi: un'operazione originale, in equilibrio tra il passato e il presente, condotta con maestria e coerenza, in una complessiva cornice visiva valorizzata ulteriormente dai bei costumi di Filippo Guggia e dall'efficace disegno luci di Tony Grandi.
Un successo pieno, premiato da sette minuti di applausi alla prima di ieri, venerdì 2 dicembre. Il capolavoro di Giuseppe Verdi tornava al Comunale a nove anni dall’ultima rappresentazione, in un allestimento tradizionale, con le tele dipinte di Nicola Benois datate 1952 recuperate dal regista Paolo Vettori, che in collaborazione con la scenografa Maddalena Moretti ha immaginato la vicenda in un ideale museo delle cere in cui i protagonisti riprendono vita proprio come le antiche scene rimaste chiuse per anni in un magazzino.
Executioners were quite busy Sunday afternoon at Lyric Opera, where various characters came to unfortunate ends. Before they succumbed, however, torrents of notes were expended on their behalf, most sung quite lusciously by soprano Sondra Radvanovsky, star of “The Three Queens.”