Admin

Teatro Carlo Felice

Stage director

Stage director (+6)

Pier Francesco Maestrini

Conductor

Conductor (+4)

Donato Renzetti

Set designer

Set designer (+2)

Nicolás Boni

Video

Costume designer

Stefania Scaraggi

Choreographer

Stage director (+1)

Silvia Giordano

Lighting designer

Lighting designer (+1)

Daniele Naldi

Chorusmaster

Chorusmaster (+2)

Claudio Marino Moretti

Tenor (+1)

Fabio Sartori

Andrea Chenier

Mezzo-soprano (+3)

Cristina Melis

Bersi

Mezzo-soprano

Siranush Khachatryan

The Countess of Coigny

Manuela Custer

Madelon

Baritone (+3)

Nicolò Ceriani

Roucher

Bass-baritone (+12)

Matteo Peirone

Pietro Fleville

Marco Camastra

Fouquier-Tinville

Bass (+1)

Luciano Roberti

Mathieu

Tenor

Didier Pieri

The Incredible

Gianluca Sorrentino

The Abbe

Baritone (+2)

Andrea Porta

Schmidt

Orchestra

Orchestra of the Opera Carlo Felice Genova

Chorus

Chorus of the Teatro Carlo Felice di Genova

Teatro Comunale di Bologna

Opéra de Monte-Carlo

Baritone

Amartuvshin Enkhbat

Carlo Gerard

Stefano Meo

Soprano

Maria José Siri

Maddalena of Coigny

Soprano (+1)

Valentina Boi

Andrea Chénier è un’opera in quattro quadri che Umberto Giordano compose nel 1896, su un libretto di Luigi Illica ispirato alla vita del poeta francese André Chénier. L’opera fu il primo grande successo di Giordano, che dopo la prima rappresentazione al Teatro alla Scala il 28 marzo dello stesso anno, vide il suo lavoro ripreso in tutta Europa e negli Stati Uniti. L’azione si svolge nei pressi di Parigi al tempo della Rivoluzione francese. Gli ideali costituzionalisti del protagonista sono in forte contrasto con lo stile di vita corrotto della nobiltà parigina, e durante il Regime del terrore il poeta verrà perseguitato e poi giustiziato per la sua appartenenza politica. Sullo sfondo dei tragici avvenimenti storici, si sviluppa una storia d’amore con Maddalena, figlia della Contessa di Coigny. Andrea e Maddalena rimarranno insieme fino all’ultimo tragico istante. Il modello principale a cui Giordano si riferisce è il verismo italiano, del quale riprende un’orchestrazione volta a descrivere la gestualità dei personaggi e dell’azione piuttosto che la dimensione psicologica o emotiva. Se ne ricava un’opera di grande compattezza, dove la narrazione non è analizzata dalla musica stessa, quanto invece enfatizzata. Le linee vocali sono cantabili ed efficaci, al contempo si sviluppano in un contesto strutturale ben definito che mantiene un ponderato equilibrio dall’inizio alla fine.

Grianghraif