Teatro Comunale di Belluno / Anmeldelser

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Belluno, Veneto, Province of Belluno, Italy | Company
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Il filosofo di campagna, Galuppi
D: Carlo Torriani
C: Fabrizio Da Ros
Il filosofo di campagna al Teatro comunale di Belluno

L’esecuzione, integrale e nella versione originale in tre atti, era affidata all’Ensemble Barocco dell’Orchestra Filarmonica del Veneto diretta  con proprietà e grande gusto dal M.° Fabrizio Da Ros.    Ottimo in particolare il giovane clavicembalista Michele Vannelli.  Ilaria Zanetti (Eugenia) mostrava una grande partecipazione emotiva ed un indubbio talento comico (divertentissimi gli scoppi di pianto isterico disseminati qua e là durante l’opera) ma la voce era aspra e non sempre gradevole. Molto meglio Max Baldan che impersonava Rinaldo con voce chiara e squillante ed acuti saldi, benchè non sempre intonatissimo nei recitativi.  Il baritono turco  dava vita ad un  Nardo con ottima pronuncia italiana  e giusta verve vocale e scenica.  Giorgia Cinciripi era una Lesbina piccante e di ottima vocalità, mentre Camilla Antonini (Lena) era l’autentica sorpresa della serata per freschezza vocale, movenze da ballerina ed un timbro che puo’ far pensare alla giovane von Stade. Matteo Mezzaro  era qua e là eccessivamente caricato, ma sicuro nell’intonazione ed estremamente divertente nella parte del vecchio notaro Capocchio.  Completava il cast il buffo Carlo Torriani che raffigurava un Don Tritemio di volta in volta gaudente, arcigno, severo ed elegante con grande varietà d’accenti e sicurezza tecnica.    Lo stesso Carlo Torriani curava la regia, tradizionale ma efficace, ambientata, da quanto ci è parso di capire, in un giardino a metà strada tra il palazzo di Don Tritemio e la casa di Nardo.   Un giardino decadente con statue rovinate e colonne cadute, quasi a simboleggiare il passaggio ormai imminente dai valori della nobiltà a quelli della borghesia ai vertici dello stato.   Tematica che, di lì a pochi anni, Beaumarchais renderà palese nella sua trilogia.    Ottima la prova anche del mimo Pierfrancesco Boschin che di volta in volta diventava servitore di Don Tritemio o di Nardo (servitore di due padroni?) ed agiva, in fondo, come autentico deus ex machina di tutta la vicenda.  Pubblico non foltissimo, ma applausi convinti al termine dello spettacolo.

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15 november 2012www.gbopera.itPierfrancesco Zanni

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