Medoro è la bravissima Chiara Brunello in un ruolo en travesti. Un vero contralto dotato di note gravi e linea di canto molto omogenea. “Rompo i ceppi e in lacci io torno” e “Qual candido fiore” sono due interessanti arie dove la cantante esegue delicate variazioni nei da capo
Chiara Brunello si rivela un Medoro di gran fascino che rimane nella memoria di chi la vede e l'ascolta, con la sua interpretazione vocale, segnata dalla sicurezza e dalla flessibilità
Maria Teresa Leva, Adriana, debutta con forza e passione un ruolo che, si intuisce, la coinvolge personalmente. Sfoggia un timbro molto suadente, con uso mirato di mezze voci e canto sul labbro e fiato, sfogando poi benissimo in acuti lanciati senza difficoltà e con perfetta tenuta. Convince, già al debutto, in un ruolo che sicuramente le offre un margine di ulteriore approfondimento in corso di recite, ma dove la aderenza con la parola cantata, con la frase musicale è già notevolissima. Tutto il quarto atto la vede emergere nel suo grande potenziale vocale ed interpretativo. Giustamente applauditissima dopo i numeri canonici de “L’umile ancella” e dei “Poveri fiori”, salutata da un’ovazione alla ribalta finale.
Caldo medium e nobile pronuncia del latino sono gli assi del Notaio di Lorenzo Barbieri.
I personaggi secondari hanno assolto bene il loro compito, sia vocale sia scenico: il sempre sicuro Lorenzo Barbieri come lord Gualtiero.
Ben cantato e scatenato sulla scena Lorenzo Barbieri nel ruolo di Fiorello.
Da canto loro, le voci fornite al coro da I Madrigalisti Estensi – accuratamente preparati da Michele Gaddi – assolvono con freschezza e minuziosità quel compito centrale, da protagonista aggiunto, assegnato da Purcell.
Di spessore anche il cast. [...] Si dimostrano all’altezza anche i coristi del Coro Lirico di Modena/Madrigalisti Estensi, preparati da Michele Gaddi.