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Direzione d'orchestra

Recensioni di produzioni precedenti

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Rigoletto, Verdi
D: Roberto Catalano
C: Alessandro Palumbo
Parma:l'elegante e stilizzato Rigoletto dei giovani

Il tutto nel vuoto di una scena che la regia di Roberto Catalano costruiva, passateci il verbo, sulla sottrazione più radicale: solo quattro fari mobili, azionati ad incorniciare e a ridefinire lo spazio – giocoforza asfittico - entro cui i personaggi avrebbero ordito la loro tela di amore e di morte. Attorno, niente. Solo lo scheletro nero dell’Auditorium, tra cemento e vetrate, e la notte. Un Rigoletto “giacomettiano” e per diversi aspetti cameristico, dolorosamente scarnificato fino al limite estremo della sua essenzialità, con qualche inevitabile taglio alla partitura e quattro sole voci a rappresentare, velenoso contrappunto alle angosce del gobbo buffone, la “dannata vil razza” della corte gonzaghesca. [...] Andate a vederlo. Questo Rigoletto della rinascita merita una passeggiata nel parco.

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01 luglio 2020www.operateatro.itElide Bergamaschi
Parma: Rigoletto al Barsò

La regia di Roberto Catalano, obbligata alle distanze imposte, ci ha risparmiato le mascherine, impossibili da vedere in scena. In mancanza di scene ed attrezzo, si è ricorsi alla luminotecnica, con i proiettori spostati dagli stessi interpreti che hanno cantato senza nemmeno sfiorarsi. Ne ha risentito particolarmente il quartetto del terzo atto: né il Duca ha potuto abbracciare Maddalena, né Rigoletto e Gilda cantare nascosti in un angolo. Ciò detto, non si è trattato di un “concerto in costume” e, anzi, alcune scene hanno avuto una valenza affatto nuova: per esempio durante i “Cortigiani” contro cui si scaglia il protagonista, reso ancor più drammatico dall’assenza del coro.

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29 giugno 2020www.iteatridellest.comAndrea Merli
Madama Butterfly, Puccini
D: Roberto Catalano
C: Alessandro Palumbo
Madama Butterfly

Ho rubato da Wikipedia quanto segue: con il termine magia si indica una tecnica che si prefigge lo scopo di influenzare gli eventi e di dominare i fenomeni fisici e l‘essere umano con la volontà; a tale fine la “magia” può servirsi di gesti, atti e formule verbali, o di rituali appropriati. Questo perché soltanto così si può bene descrivere quanto avvenuto nella Madama Butterfly prodotta da AsLiCo per OperaPocket, solo che in questo caso i maghi sono davvero tanti e ben coadiuvati da una “forza” che si è chiaramente e positivamente manifestata con quel risultato non comune a tutti e poco frequente che è l’incantesimo.[...]Entriamo quindi nello specifico, e a quali gesti, atti e formule verbali, o rituali è ricorsa la regia e le luci di Roberto Catalano insieme con le scene, inizialmente e in apparenza inesistenti di Emanuele Sinisi.La scena si apre su di una pavimentazione inclinata di 15-20 gradi sulla quale sono indicate semplici geometrie in prospettiva ed un fondale bianco che presto si scoprirà essere una tela-lavagna sulla quale i protagonisti andranno via via a comporre l’immagine crescente, specchio dell’essenza stessa del dramma. È un lavoro che richiede idee e maestria, e non di meno, la collaborazione di tutti gli artisti coinvolti. Tutto comincia con Pinkerton che traccia una spessa linea sino a metà della “tela” e che terminerà solo a matrimonio avvenuto. A quel punto è già chiaro che si tratta dell’orizzonte i cui occhi di Butterfly scruteranno a lungo nell’attesa del suo ritorno. L’apertura del sipario al secondo atto rivelerà poi che la Madama ha trascorso l’attesa nel dipingere al di sotto della linea di cui prima, tutto quello che è stato il suo fantastico mondo ideale. Più avanti la rivedremo insieme con Suzuki, pennello alla mano, animarsi nel rifinire il graffito con altri fiori e petali per dare il bentornato ad un marinaio che non mai più rivedrà. Inutile dire quanto la combinazione di eventi, voci, immagini e delle luci sia stata toccante.

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14 gennaio 2017www.iteatridellest.comRoberto Cucchi