Organization

Conductor

Giacomo Sagripanti

Stage director

Bruno Ravella

Set designer

Tiziano Santi

Costume designer

Angela Giulia Toso

Singer

Soprano

Mariangela Sicilia

Mimi

Tenor

Galeano Salas

Rodolfo

Elisa Balbo

Musetta

Baritone

Min Kim

Marcello

William Hernandez

Schaunard

Bass

Francesco Leone

Colline

Davide Piva

Benoît

Alcindoro

Chorus master

Lorenzo Fratini

Sara Matteucci

Aida Pascu

Stefania Grazioli

Kang Wang

Aleksandrina Mihaylova

Qianming Dou

Matteo Torcaso

Fondazione del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

Orchestra

Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Others

Coro del Maggio Musicale Fiorentino

Coro di voci bianche dell'Accademia del Maggio Musicale Fiorentino

Leonardo Sgroi

Parpignol

Nicolò Ayroldi

A customs officer

Egidio Massimo Naccarato

A customs sergeant

Luca Tamani

A vendor

Lighting designer

Emanuele Agliati

D.M. Wood

italų

La Bohème

Florence

Italy

Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

Sala Grande

La Bohème Puccini

Public

anglų

Approved

Ripresa dello spettacolo andato in scena nel settembre 2017 e poi ancora fra il dicembre 2019 e il gennaio del 2020, applaudita sia dalla critica che dal pubblico, torna sulle scene del Maggio una fra le più amate opere del repertorio italiano: La bohème, il capolavoro di Giacomo Puccini, su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, ispirato al romanzo di Henri Murger Scènes de la vie de bohème.
Firmata dalla regia di Bruno Ravella, ripresa in quest’occasione da Stefania Grazioli, l’allestimento trova Rodolfo, Mimì, Marcello, Musetta e gli altri protagonisti nella Parigi del 1830: lo spaccato della soffitta di Rodolfo e Marcello, dove si ambienta il primo quadro dell’opera, è semplice e essenziale negli spazi, mentre nel secondo quadro a dominare la scena è un grande semicerchio ricco di luci, con lo scheletro della soffitta del primo quadro che diventa la struttura del celebre Café Momus. Anche il terzo quadro è minimalista nella sua struttura: l’ambientazione della scena ambientata a La Barriera d'Enfer è formata da una piccola costruzione in legno, una sbarra e una panchina. Le scene, curate da Tiziano Santi, sono ben curate ma non oltremodo realistiche, in modo così da non mostrare un semplice ritratto fotografico dell’epoca in cui è ambientata la produzione, volte dunque più a ‘suggerire’ gli spazi piuttosto che a mostrarli come appunto in una fotografia.

italiano

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