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La sera del Combattimento
Aqsam

La sera del Combattimento by Various, Monteverdi, Ħam 22 Ġun 2023, Minn (2023/2023), Surmast Direttur Michele Pasotti, Chiesa di Sant'Agostino, Cremona, Italy

Programm

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Una sera di Carnevale del 1626, nella casa di Girolamo Mocenigo a Venezia, fu rappresentato un “canto di genere non più visto né udito”. Così scrive Monteverdi nella prefazione all’VIII libro, con una consapevolezza sorprendente dell’unicità del suo Combattimento. Uomo di poche parole, Monteverdi per fortuna ne spende alcune per descrivere il componimento e dare indicazioni per la sua esecuzione: “Combatimento in Musica di Tancredi & Clorinda, descritto dal Tasso; Il qual volendosi esser fatto in genere rapresentativo; Si farà entrare alla sprovista (dopo cantatosi alcuni Madregalli senza gesto) dalla parte dela Camera in cui si fara la Musica”. Dunque, prima del Combattimento, per dare risalto alla sua teatralità e alla sua novità, bisognerà eseguire alcuni Madrigali non rappresentativi, senza gesto, polifonia che cederà il passo al dramma in musica, all’effetto, alla compassione. Infatti, da una parte della Camera, presumibilmente discosta dal luogo dei Madrigali, entrerà la rappresentazione, l’azione, il teatro, il gesto, il Testo che narra una storia, due attori che cantano poche linee irromperanno su questa scena fino a quel momento quasi cieca: “Clorinda à piedi armata, seguita da Tancredi armato sopra ad un Cavallo mariano, & il Testo all'hora comincierà il Canto. Faranno gli passi, & gesti nel modo, che l'oratione esprime, & nulla di più ne meno, osservando questi diligentemente gli tempo, colpi, & passi, & gli ustrimentisti gli suoni incitati, & molli; & il Testo le parole à tempo pronuntiate in maniera, che le creationi venghino ad incontrarsi in una imitatione unita; Clorinda parlerà quando gli toccherà, tacendo il Testo; così Tancredi.” Chiarissime indicazioni del musicista e dell’uomo di teatro (in una imitazione unita) e di colui che scrisse e praticò che “l’Harmonia è serva dell’Oratione”. Sarà dunque naturale che “Gli ustrimenti, doveranno essere tocchi ad immitatione delle passione del'oratione; La voce del Testo doverà essere chiara, ferma, & di bona pronuntia alquanto discostra da gli ustrimenti, atiò meglio sii intesa nel oratione; Non doverà far gorghe ne trilli in altro loco, che solamente nel canto della stanza, che incomincia Notte; Il rimanente porterà le pronuntie à similitudine delle passioni del' orazione.” Queste le indicazioni per la migliore resa di questa straordinaria e inclassificabile sperimentazione musicale e teatrale. Così dovrà essere eseguito, ci dice Monteverdi, e a questo dettato ci atterremo per la nostra rappresentazione, anche poiché questa descrizione è anche un ricordo di una memorabile esecuzione del Combattimento. “In tal maniera (già dodeci Anni) fu rapresentato nel Pallazzo del' Illustrissimo, & Eccelentissimo Signor Girolamo Mozzenigo mio particolar Signore. Alla presenza di tutta la Nobiltà, la quale restò mossa dal affetto di compassione in maniera, che quasi fu per gettar lacrime: & ne diede applauso per essere statto canto di genere non più visto ne udito.” Seguire fedelmente la traccia lasciata da Monteverdi con una riproposizione de La Sera del Combattimento preceduto dai Madrigali senza gesto è il tentativo di rinnovare la meraviglia e la commozione che questa straordinaria composizione suscitò una sera di quattrocento anni.
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