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Teatro Regio di Torino

Baritono

Pablo Battaglia

Monsieur Durozeau

Baritono (+3)

Guillaume Andrieux

Monsieur Renaud

Regia

Regia (+4)

Arnaud Bernard

Luci

Luci (+1)

Fiammetta Baldiserri

Costumi

Costumi (+1)

Carla Ricotti

Scenografia

Alessandro Camera

Video

Marcello Alongi

Direzione del coro

Direzione del coro (+2)

Ulisse Trabacchin

Orchestra

Orchestra del Teatro Regio di Torino

Chorus

Coro del Teatro Regio di Parma

Tenore

Giuseppe Infantino

Edmondo

Baritono (+1)

Janusz Nosek

Un sergent

Direttore d'orchestra

Direttore d'orchestra (+1)

Guillaume Tourniaire

Assistente alla regia

Yamal Das Irmich

Francesco Salvadori

Lescaut

Mezzosoprano (+3)

Manuela Custer

Madame Bancelin

Lamia Beuque

Marguerite

Tenore (+4)

Anicio Zorzi Giustiniani

Gervais

Assistente Lighting Designer

Oscar Frosio

Renato Palumbo

Regia (+5)

Marina Bianchi

Assistente costumista

Valeria Benatti

Baritono (+2)

Alessandro Luongo

Basso (+4)

Carlo Lepore

Geronte di Ravoir

Didier Pieri

Un lampionaio

Mezzosoprano (+1)

Reut Ventorero

Un musico

Soprano (+3)

Rocío Pérez

Manon Lescaut

Tenore (+1)

Sebastien Gueze

Des Grieux

Soprano

Erika Grimaldi

Marie-Eve Munger

Armando Noguera

Marquis d'Hérigny

Charles Belly

Roberto Aronica

Maria Teresa Leva

Edward Nelson

Gurgen Buveyan

Marco Ciaponi

Dinara Alieva

Fu il Teatro Regio ad aprire le porte del successo a Puccini allestendo nel 1893 la prima rappresentazione assoluta di Manon Lescaut. A quell’epoca il compositore toscano aveva trentadue anni e solo due tiepidi successi all’attivo: con la nuova opera doveva dimostrare il proprio talento e competere con uno degli operisti di maggior successo del tempo, Massenet, che nel 1884 aveva composto un fortunatissimo lavoro ispirato al romanzo scritto un secolo e mezzo prima dall’abate Prévost: Histoire du chevalier Des Grieux et de Manon Lescaut. Quella storia aveva conquistato generazioni di lettori per i vari episodi di gusto libertino e per il carattere intrigante della protagonista, che si comporta da criminale senza essere consapevole del male che causa.


Fra le mani di Puccini, la storia di Manon, una femme fatale settecentesca innamorata follemente sia dello studente Des Grieux sia del lusso, diventa un dramma dal ritmo serrato, articolato in una successione di pannelli contrastanti: dall’idillio iniziale, che mostra la coppia innamorarsi tra cori di ragazzi che inneggiano alla gioventù e all’amore, si passa allo sfarzoso appartamento parigino dove Manon, mantenuta da Geronte, vive tra balli e cortigiani, per poi mostrare la giovane in catene, condannata per prostituzione all’esilio in America. Solo un intermezzo sinfonico, celebre quanto struggente, offre un respiro prima del finale tragico. Puccini affermava di sentire questo dramma «all’italiana, con passione disperata»: in pagine come la preghiera di Des Grieux «No! no!… pazzo son!» e «Sola… perduta, abbandonata» di Manon lo dimostrò mirabilmente.

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