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Paavo Järvi / Augustin Hadelich
Dela
Accademia Nazionale di Santa Cecilia (2024)
Medverkande:
22 - 24 februari 2024 (3 föreställningar)
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Paavo Järvi / Augustin Hadelich by Debussy, Sibelius, Prokofiev, tor 22 feb 2024, Från (2024/2024), Dirigent Paavo Järvi, Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, Rom, Italien

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Välj ArbetePrélude à l'après-midi d'un faune, L 86, Debussy

Ensemble

Program

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Ritorna, dopo sei anni di assenza a Santa Cecilia, il direttore Paavo Järvi. Nato a Tallinn nel 1960, è figlio del celebre direttore Neeme Järvi e fratello di Kristjan, anch’egli direttore. Attualmente è Direttore principale della Tonhalle Orchester di Zurigo e Direttore artistico della Deutsche Kammerphilharmonie Bremen. Insieme a lui salirà per la prima volta sul palcoscenico ceciliano Augustin Hadelich, violinista tedesco nato a Cecina nel 1984. «L’essenza della musicalità di Hadelich – si legge sul “Washington Post” – è la bellezza, che si rivela negli svariati modi di donare vita a un fraseggio, in come trasmette il messaggio musicale senza incontrare alcun tipo di ostacolo tecnico e nel mostrare qualcosa da un’angolazione diversa dalla nostra». Nel 2016 ha vinto il suo primo Grammy Award nella categoria “Miglior interpretazione solista strumentale di musica classica”. Aprirà la serata il Prélude à l’après-midi d’un faune di Debussy, vero e proprio capolavoro della letteratura musicale che nel 1892 inaugurò una nuova epoca della storia della musica e, come affermò Pierre Boulez, “si può dire con fondatezza che la musica moderna si sveglia nell’Après-midi d’un faune”. Seguirà il Concerto per violino di Jean Sibelius – “uno Schubert finlandese”, come lo definì il suo amico Busoni – eseguito per la prima volta a Helsinki nel 1904 e che può essere considerato come l’ultimo esempio di concerto romantico, con materiale tematico di atmosfera nordica e una scrittura spiccatamente virtuosistica. Chiude il programma la Quinta Sinfonia di Prokofiev; composta nel 1944 ed eseguita per la prima volta nel gennaio dell’anno successivo: è la più lunga delle sette sinfonie dell’autore russo e tra le più amate del suo catalogo, anche grazie a invenzioni melodiche sempre accattivanti e alla riuscita fusione tra la forma classica e il linguaggio del Novecento.
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