Adriana Lecouvreur
Se per la maggior parte delle opere la rappresentazione in lingua originale sembra diventato un dogma intoccabile, non è del tutto così per il Flauto magico. Ancora negli anni ’80 se ne ricordano due versioni nella nostra lingua, a Venezia con la traduzione di Fedele d’Amico, e a Bologna ad opera di Lorenzo Arruga, così come solo un paio di anni fa era in norvegese quell’edizione di Oslo in stile Guerre stellari che destò un certo scalpore, per non parlare dell’ormai lontano (sono passati quarant’anni!) film di Ingmar Bergman, cantato in svedese.