Varduhi Abrahamyan / Rezensionen

While the highly anticipated revival of The Music Man idles awaiting the recovery from COVID of its stars Hugh Jackman and Sutton Foster and other Broadway shows have closed either temporarily or permanently, the Metropolitan Opera defied Omicron to present its annual New Year’s Eve gala Friday night. If the crowd was sparser and less nattily dressed than in previous years, enthusiastically grateful applause greeted the superb cast and conductor after the premiere of the company’s new version of Verdi’s beloved classic Rigoletto. Before a celebratory shower of glittering confetti fell from the ceiling, the response was decidedly more tepid for the production team as yet once again director Bartlett Sher demonstrated little affinity for opera.

Particolarmente atteso nella sua città natale, Andrea Carè ha affrontato con sicurezza il ruolo di Don José offrendone un’interpretazione convincente nel delineare una figura i cui rassicuranti valori etici e morali sono fatalmente messi alla prova dall’incontro con una passione autentica e travolgente. Un percorso di caduta nell’abisso dei sentimenti umani nel quale il tenore ha avuto modo di palesare la propria solidità tecnica e l’attenzione alla resa emotiva del personaggio. Carè è stato particolarmente sensibile alle sfumature del canto e nella resa degli accenti melanconici del giovane caporale dei Dragoni (soprattutto nel duetto del primo atto con Micaela). Oltre a ciò, il tenore ha sfoggiato un’emissione sempre fluida, ben modulata nelle mezze voci (come è avvenuto per “La fleur que tu m’avais jetée”) e correttamente focosa nel drammatico confronto finale con la protagonista.