Gabielle Mouhlen si è rivelata una Turandot davvero altera, rendendo appieno l’immagine della Principessa che si autodefinisce: “Cosa umana non sono!”. Vocalmente è parsa adatta al personaggio: timbro personalissimo, il soprano olandese si è fatta apprezzare per lo squillo e l’ottima modulazione della voce, evitando di cedere al grido con cui molte risolvono la parte, curando bene il fraseggio e con un accento convincente.
Gabrielle Mouhlen può contare nell’estensione necessaria per affrontare da leonessa le sciabolate vocali della Principessa nel secondo atto con ammirevole precisione: chapeau!