Pregledi profilov
8il mezzosoprano Chiara Osella mette in campo tutti i suoi mezzi per regalarci una Sofia Riccardi Rossi Farnese più volgare che mai. Personaggio azzeccato nel fisico, nella voce, nelle movenze e nella brillante scrittura musicale, nonché nella scioltezza scenica: se il suo ingresso sembra simile a quello della Baronessa del Cappello di paglia di Firenze di Nino Rota, il seguito vira decisamente verso toni meno ironici e ben più espliciti alla Tinto Brass, ma associati a una musica, quella del duetto “Lustrini e paillettes”, che sembra ammiccare alle cabaret songs di Britten.
Chiara Osella, Jitsuko, è un mezzosoprano le cui potenza e agilità vocali sono messe interamente a disposizione dell’interpretazione di un personaggio costruito a tutto tondo, offrendo un momento teatrale di qualità dove la difficoltà fisica del cantare mentre usa l’intero corpo sembra svanire (la ricerca sulla corporeità del personaggio è notevole e dettagliata, ricordando a volte il cinema muto o la golden age del teatro americano con i suoi personaggi spesso al confine dell’equilibrio mentale).
