La traviata, Verdi
Il regista Paolo Vettori ha infatti utilizzato le scene disegnate dal grande Nicola Benois - mago del fondale dipinto e maestro della prospettiva e dell'illusione scenografica, attivo alla Scala dal 1925 al 1970 - per uno spettacolo che vide la luce settant'anni or sono. L'impianto di Benois è stato "attualizzato" divenendo l'ambientazione di un museo delle cere, nel quale i personaggi di Traviata via via si animano grazie alla grande musica di Verdi: un'operazione originale, in equilibrio tra il passato e il presente, condotta con maestria e coerenza, in una complessiva cornice visiva valorizzata ulteriormente dai bei costumi di Filippo Guggia e dall'efficace disegno luci di Tony Grandi.
Un successo pieno, premiato da sette minuti di applausi alla prima di ieri, venerdì 2 dicembre. Il capolavoro di Giuseppe Verdi tornava al Comunale a nove anni dall’ultima rappresentazione, in un allestimento tradizionale, con le tele dipinte di Nicola Benois datate 1952 recuperate dal regista Paolo Vettori, che in collaborazione con la scenografa Maddalena Moretti ha immaginato la vicenda in un ideale museo delle cere in cui i protagonisti riprendono vita proprio come le antiche scene rimaste chiuse per anni in un magazzino.
Don Giovanni, Mozart
Hanno spiccato su tutti l’eccellente Leporello di Davide Giangregorio, soprattutto per colore vocale e precisione tecnica.
Davide Giangregorio è un Leporello assolutamente trascinante sia dal punto di vista vocale che sotto l’aspetto scenico. La vocalità morbida, tornita, sonora e la buona tecnica d’emissione ci fanno apprezzare l’attesa “Madamina, il catalogo è questo” ma sono doti che consentono al giovane basso-baritono di eccellere in tutta la partitura.