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Géneration Baroque 2019: "Gli Astrologi immaginari

Perfetto per proiezione della voce, volumetria sonora, dizione recitativa, maturità attoriale, il Basso-baritono Nicola Ciancio, un Petronio spassosissimo e al tempo stesso venato dalla malinconia tipica di certi vecchi goldoniani.

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Rita Lazzaretti

Recenzii de producție anterioare

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Die Zauberflöte, Mozart
D: Mariano Bauduin
C: Andres Mustonen
Il flauto magico firmato Mariano Bauduin

Afferma il regista d’opera tedesco Peter Konwitschny che Il flauto magico è così moderno perché non ha forma chiusa, ma rappresenta un sistema aperto, quindi ben si adatta ad una vasta gamma di riscritture e difatti nel tempo questo denso capolavoro mozartiano che adotta la struttura archetipica della fiaba (nell’accezione antropologica di Vladimir Propp) investendo lo spettatore di plurime possibilità di lettura ed interpretazione, ha dato vita a diversi adattamenti. Per l’inaugurazione della stagione lirica e concertistica del teatro Verdi di Salerno venerdì 11 maggio 2018 abbiamo assistito ad un nuovo allestimento del singspiel in due atti, nella versione italiana curata nella traduzione e nella drammaturgia dal regista Mariano Bauduin. Chiariamo subito che operazioni del genere non sono certo inusuali: Fedele D’Amico attuò un rifacimento della versione in italiano del Da Gamerra, scritta per Dresda nel 1794, presentato a Venezia nel giugno 1980 mentre l’esecuzione romana di Karajan del 1953 seguiva nel canto la versione dresdiana, con i parlati completamente riscritti, affidati ad attori italiani avendo difatti sostituito i parlati con recitativi, come di regola nell’opera italiana.

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14 Mai 2018www.oltrecultura.itDADADAGO
Sussurri in Platea su Die Zauberflote salernitano

Il pubblico ha accolto in proscenio il direttore d’orchestra Andres Mustonen e il regista Mariano Bauduin, con una salve di “Vergognatevi” e “Bhuuu” per il Flauto napoletano La grande attesa e l’entusiasmo del pubblico salernitano che ha affollato il teatro Verdi, per questa prima assoluta per Die Zauberflote, non è stata stavolta ricambiata dalla produzione che ha proposto l’opera stravolta, con lunghi dialoghi e monologhi, raccolti in un libretto infruibile. Dopo la pausa del primo atto, diversi posti vuoti nei palchi e in platea. Alla fine contestazione aperta nei confronti del direttore d’orchestra Andres Mustonen e, in particolare, del regista Mariano Bauduin, il quale ha ecceduto nel voler riscrivere l’intero libretto, affastellando simboli, rimandi e situazioni, in una partitura dalla perfetta balance tra luce ed ombra. Diversi i contributi giuntici in redazione dopo la prima, tra cui quelli di Alessandra Totoli, soprano e docente di musica, e dell’Ingegnere Antonio Capone. “Non c’è molto da dire purtroppo – afferma Alessandra Totoli, presidente e fondatrice dell’Associazione Amici della Lirica – solo lo sconforto di aver assistito ad uno scempio. Io sono favorevole alle novità, ma senza deturpare ciò che ha scritto l’autore, avere avuto il coraggio di rifare una drammaturgia tipo cocktail da bar nonsense, fa tanta rabbia. Che dire, poi, dei ridicoli costumi che indossati dai bambini meritavano una denuncia per deturpazione d’immagine. Non dimentichiamo l’improvviso voltafaccia al prestigioso regista argentino, Hugo de Ana, per il Don Giovanni del 2009, a causa di alcuni nudi in scena, con buffetteria sado-maso, e si è dato spazi a falli indossati con piccoli in scena per giunta ben oltre la mezzanotte. Voler poi, imitare un regista come De Simone che di cultura ne ha da vendere solo per far parlare di sé in maniera negativa… Dispiace oltremodo per i bravi cantanti che hanno generosamente cercato di interpretare l’opera. Il pubblico salernitano che pur sostiene da sempre il Teatro Verdi non meritava questo oltraggio a Mozart”. “Non sono contrario per principio – ha dichiarato l’Ingegnere Antonio Capone, assiduo frequentatore dell’ambiente musicale – a riletture ed innovazioni di capolavori operistici o teatrali, purché da tali iniziative l’opera ne esca arricchita, rinnovata, magari stravolta, ma carica di nuovi messaggi, significati, sentimenti da trasmettere al pubblico. L’unico sentimento che la prima de’ “Il flauto magico”, venerdì sera è riuscito a trasmettere al pubblico, almeno al sottoscritto, è l’indignazione. Feroce. Condivisibile l’idea di tradurre il libretto dal tedesco. Tuttavia, la totale mancanza di senso compiuto dei testi, sembra indicare l’utilizzo di qualche maldestro traduttore automatico reperibile on line; il risultato è mortificante non solo per l’intreccio narrativo, ma soprattutto per l’interpretazione del cast, di ottimo livello. Tra improbabili ambientazioni da fiaba popolare napoletaneggiante, eccessi buffi che sfociano nel grottesco, costumi fallici tanto ridicoli da non riuscire neanche ad essere volgari, si perde qualsiasi significato. Con l’intenzione, o forse la presunzione, di svuotare l’opera mozartiana dalla ‘polverosa’ intonazione massonico-iniziatica, illuminista, con la dialettica tenebre/luce, ignoranza/ragione, si finisce per mettere in scena non un divertissement teatrale, bensì una cacofonia di parole e note. La musica, meravigliosa, luminosa, ironica dell’ultima opera di Mozart sparisce, non arriva allo spettatore desideroso, non riesce a superare l’impianto folkloristico, popolaresco nel quale la regia lo imprigiona. Siamo all’assurdo: l’opera che più chiaramente e gioiosamente mette in scena la vittoria della ragione sugli istinti bassi, della luce della sapienza sulla tenebra degli istinti beceri, scompare nell’ignoranza. Questa volta, al Verdi, non è la luce e La Sapienza di Sarastro a trionfare, ma la cupa notte senza luna che ingoia tutto: pubblico, regia, direzione, orchestra. Neanche la partitura scintillante di Mozart può vincere tanta oscurità. Considerando la qualità degli interpreti a disposizione, un vero peccato, un’occasione sprecata”.

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14 Mai 2022www.cronachesalerno.itTommaso D'Angelo
La Fille du régiment, Donizetti
D: Riccardo Canessa
C: Antonello Allemandi
Salerno - Teatro Verdi: La fille du régiment

Bene in parte a completare il cast la Duchessa di Giulia Sensati, il Caporale di Nicola Ciancio, il Paesano di Paolo Gloriante, il Notaio di Alessandro Menduto e infine il Musico di Maurizio Iaccarino

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12 Aprilie 2019www.operaclick.comBruno Tredicine
Gli astrologi immaginari, Paisiello
D: Carlos Harmuch
C: Martin Gester
Gli Astrologi immaginari - G. Paisiello

Le rôle de Petronio est confié généralement à un basso buffo censé représenter un vieux barbon. Le baryton-basse Nicola Ciancio a incarné un père plus jeune, choix qui m'a paru judicieux et cohérent avec la conclusion de l’œuvre. La belle voix ample et sonore de Nicola Ciancio donnait beaucoup de punch à ses interventions notamment dans son air, A voi darla in matrimonio dans lequel il fait montre de souffle, de puissance et d'une amusante agilité vocale.

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22 Ianuarie 2020Pierre Benveniste
Géneration Baroque 2019: "Gli Astrologi immaginari

Perfetto per proiezione della voce, volumetria sonora, dizione recitativa, maturità attoriale, il Basso-baritono Nicola Ciancio, un Petronio spassosissimo e al tempo stesso venato dalla malinconia tipica di certi vecchi goldoniani.

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Rita Lazzaretti
La Cenerentola, Rossini
D: Daniele Menghini
C: Enrico Lombardi
La Cenerentola

Nei panni di un Alidoro poco impegnato...>> ha ben figurato Nicola Ciancio.

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01 Februarie 2022www.operaclick.comDanilo Boaretto