Organization

Admin

Teatro Carlo Felice

Conductor

Domenico Nordio

Orchestra

Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova

Instrumentalist

Violinist

Violin

Violin I

Serenate Per Archi

Imperia

Italy

Basilica di San Maurizio

Alessandria

Parrocchia di S.Giovanni Evangelista

Serenate Per Archi: Serenade in E-flat Major Wolf-Ferrari (+2 More)

Public

Serenade for strings

Violin Concerto No. 4 in D major, K. 218

Concerto for strings

Paul Koneri

Approved

Il programma di Serenate per archi si apre con la Serenata di Wolf- Ferrari, una delle sue pagine più eseguite, risalente al 1893, quando il compositore era ancora studente. Tra i lavori sinfonici della giovinezza, la Serenata – articolata in quattro movimenti: Allegro, Andante, Scherzo-Presto e Finale-Presto – è il più esteso. Wolf-Ferrari mantiene una scrittura vivace e articolata, affidandosi ad un saldo equilibrio formale che trova i suoi modelli principali nella tradizione classico-romantica tedesca. È sul piano espressivo che emergono invece tendenze più orientate ad uno stile più pienamente ottocentesco, che rimanda per certi versi ad alcuni lavori di Mendelssohn e Dvořák.
Segue il Concerto per violino e orchestra in re maggiore K. 218, che Mozart compose nel 1775. È proprio in quell’anno che il compositore realizzò tutti e cinque i concerti per violino presenti nel suo catalogo, anche se non è ancora chiaro quali siano state le circostanze di tale specifica dedizione in un arco di tempo così definito. In tutti e cinque i concerti si percepisce l’aderenza al modello italiano in tre movimenti, con particolare riferimento a Pietro Nardini e Giuseppe Tartini. Fondamentale aspetto che accomuna questa produzione mozartiana è l’impiego del violino sempre in dialogo con l’orchestra, un dialogo in cui il virtuosismo del solo non è mai fine a sé stesso. Nel Concerto K. 218, l’invenzione melodica esalta a pieno la sonorità del violino, che viene esplorata nelle sue svariate sfaccettature. L’Allegro iniziale presenta una singolare varietà di idee tematiche e giochi di alternanza tra solo e tutti. Dopo l’introduzione orchestrale dell’Andante cantabile, il lirismo cantabile del violino si fa protagonista, per poi giungere al brillante Rondò finale, nel quale sono presenti temi ripresi da danze popolari.
In chiusura, il Concerto per archi di Nino Rota, composto tra il 1964 e il 1965 e successivamente rivisto nel 1977. Secondo lo stile del compositore, il Concerto, costituito da un Preludio, uno Scherzo un’Aria e un Finale, raccoglie influenze varie che spaziano dal repertorio sette-ottocentesca agli sviluppi popolari, ritmici e formali del Novecento. Elemento importante è il talento per la scrittura melodica di Rota, sempre fedele al sistema tonale anche in netto contrasto con le avanguardie contemporanee. Ciascuno dei movimenti del Concerto ha un carattere espressivo intenso e definito, un’indole quasi descrittiva che ha molto a che fare con l’esperienza di Rota nella composizione di opere di teatro musicale e soprattutto delle più celebri colonne sonore per il cinema di registi quali Fellini, Visconti, Clément e De Filippo.

italiano

The programme of Serenate per archi opens with Wolf- Ferrari’s Serenata, one of his most performed pages, dating back to 1893, when the composer was still a student. Among the symphonic works of his youth, the Serenata – in four movements: Allegro, Andante, Scherzo-Presto and Finale-Presto – is the most extensive. Wolf-Ferrari maintains a lively and articulate writing style, relying on a firm formal balance that finds its main models in the German classical-romantic tradition. Instead, it is on the expressive level that tendencies emerge that are more oriented towards a more fully 19th-century style, harking in some ways back to certain works by Mendelssohn and Dvořák.
This is followed by the Violin Concerto in D major K. 218, which Mozart composed in 1775. It was precisely in that year that the composer realised all five violin concertos in his catalogue, although it is still unclear what the circumstances were for this specific dedication in such a defined time frame. In all five concertos, adherence to the Italian three-movement model is perceived, with particular reference to Pietro Nardini and Giuseppe Tartini. A fundamental aspect common to this Mozart production is the use of the violin always in dialogue with the orchestra, a dialogue in which the virtuosity of the soloist is never an end in itself. In Concerto K. 218, the melodic invention fully enhances the sonority of the violin, which is explored in its many facets. The opening Allegro presents a singular variety of thematic ideas and alternating play between solo and tutti. After the orchestral introduction of the Andante cantabile, the lyrical lyricism of the violin takes centre stage, leading to the brilliant final Rondo, which features themes taken from folk dances.
In closing, Nino Rota’s Concerto for Strings, composed between 1964 and 1965 and subsequently revised in 1977. In keeping with the composer’s style, the Concerto, consisting of a Prelude, a Scherzo, an Aria and a Finale, brings together various influences ranging from the eighteenth-nineteenth-century repertoire to the popular, rhythmic and formal developments of the twentieth century. An important element is Rota’s talent for melodic writing, always faithful to the tonal system even in stark contrast to the contemporary avant-garde. Each of the movements of the Concerto has an intense and defined expressive character, an almost descriptive nature that has much to do with Rota’s experience in composing musical theatre works and especially the most famous film scores of directors such as Fellini, Visconti, Clément and De Filippo.

English

Performance credits (Cast & Crew )

Ensemble